- home
- » Esedra del Balio
- » Erice
- » Monumenti e musei
- » PORTA SPADA
Visita altri contenuti del comune
Altre tappe dell'itinerario
- arte e cultura
- monumenti e musei
- 1. PORTA TRAPANI
- 2. CHIESA MADRE E CAMPANILE
- 3. TORRI DEL BALIO
- 4. CASTELLO NORMANNO E TEMPIO DI VENERE
- 5. INGINOCCHIATOIO PER LA MADONNA DI CUSTONACI
- 6. CHIESA DI SAN GIULIANO
- 7. MONASTERO E CHIESA DI SAN CARLO
- 9. CHIESA DI SAN PIETRO
- 10. CHIESA SAN DOMENICO
- 11. PIAZZA UMBERTO I
- 13. CHIESA DI SAN MARTINO
- 14. CHIESA E CONVENTO DEL CARMINE
- 15. CASA MILITARI
- 16. PORTA CARMINE
- 17. MURA ELIMO PUNICHE
- 19. CHIESA DI SANT'ORSOLA O ADDOLORATA
- 20. CHIESA DI SAN GIOVANNI
- 21. QUARTIERE SPAGNOLO
- 23. CHIESA DI SAN CATALDO
- 24. MONASTERO DEL SS. SALVATORE
PORTA SPADA
Nessuna notizia storica specifica si conosce intorno alle porte della città del Monte San Giuliano, dato che le fonti ad esse relative ne citano esclusivamente il nome senza alcun riferimento ad indicazioni storiche od architettoniche.
Grazie alla sua struttura megalitica comunque la porta si può fare risalire ad un periodo compreso tra l'età normanna ed il XIV secolo, epoca di rifortificazione e di grande rinascita della città. La porta doveva rivestire nondimeno una grande importanza per il tessuto urbano della città, giacchè rappresentava il punto d'accesso più immediato verso la chiesa normanna di Sant'Antonio Abate, una delle tre parrocchie di Erice, e verso il quartiere ebraico, compreso tra il Castello e la chiesa di San Giovanni da una parte, e la chiesa di Sant'Orsola dall'altra. Dato che il quartiere ebraico fu demolito alla fine del '400, si presume che la porta esistesse già anteriormente a tale periodo.
Di pianta quadrata, la porta si eleva a filo in corrispondenza delle mura che piegano a nord-ovest, formando sullo stipite destro appunto una torre quadrata, la più grande nell'ambito dell'intera cinta muraria.
Presenta alla base una struttura in conci megalitici di calcare compatto, sovrapposti senza malta di legante; la parte restante è in conci più minuti del medesimo materiale, posti in opera quadrata. L'arco della porta, leggermente acuto, è in piccoli conci di calcarenite, mentre il vano è aggettante rispetto al filo interno delle mura, di altezza doppia rispetto all'apertura esterna e coperto con una volta a botte leggermente ribassata in conci di calcarenite. In corrispondenza degli spigoli interni del vano due bassi pilastri simulano due stipiti incompiuti.
Fuori di questa porta, durante la lunga guerra dei Vespri Siciliani (1282-1302), furono uccisi, a fil di spada, i soldati angioini fatti prigionieri e condannati a morte. La porta prese nome da quelle esecuzioni. E’ l’ultima delle tre porte esistenti ed è sicuramente quella che richiama maggiormente il periodo medievale.
Numero tappa | 18 |